Negli ultimi venti anni, mentre le azioni dei governi, della cooperazione allo sviluppo, e delle ONG promuovevano "architetture per l'emergenza", un insieme di interventi hanno riqualificato il 'territorio' africano (e altri luoghi del Sud Globale) trasformandoli in siti di sfruttamento di risorse, senza attivare una reale modernizzazione. Ripensare oggi a un 'Piano di incremento e occupazione operaia' per la riqualificazione di quei territori costituirebbe una sfida sostenibile per le culture costruttive locali, con tecnologia a basso costo e un incremento della qualità dell'ambiente: un Piano utile anche per l'Italia. L'esperienza degli architetti italiani nel Mediterraneo allargato nel dopoguerra costituirà lo sfondo di conoscenze e modelli, con particolare riguardo alla vicenda dell'INA Casa finanziata con il Piano Marshall (1947), un momento significativo della politica economica in Italia e una delle più rilevanti esperienze di edilizia sociale.
Over the past twenty years, while the actions of governments, development cooperation, and NGOs promoted 'architectures for emergency,' a set of interventions have redeveloped the African 'territory' (and other places in the Global South) turning them into sites of resource exploitation, without activating real modernization. Rethinking today a 'Plan for Increment and Worker Employment' for the redevelopment of those territories would be a sustainable challenge for local building cultures, with low-cost technology and an increase in the quality of the environment: a useful Plan for Italy as well. The experience of Italian architects in the enlarged Mediterranean in the postwar period will be the background of knowledge and models, with particular regard to the INA Casa affair financed with the Marshall Plan (1947), a significant moment of economic policy in Italy and one of the most relevant experiences of social housing.