Laboratorio didattico e-learning per il progetto sostenibile di architettura



Abstract
La storia della nostra ricerca sulla sostenibilità e sulla sua educazione (ovvero la cultura della sostenibilità) risale a poco più di dieci anni fa, quando all’interno del piccolo gruppo di ricercatori e docenti di progettazione afferenti all’allora DiAr, Dipartimento di Architettura, sensibili al tema della sostenibilità (ambientale e al suo rapporto con l’architettura) è maturata una riflessione critica, manifestata in più occasioni e in modi diversi (e allora poco condivisa), rispetto alla necessità di cambiamenti sostanziali nel curriculum dell’architetto. Per questo motivo, con la nostra ricerca, abbiamo risposto subito all’appello di Edward Mazria, impegnandoci a partecipare concretamente e pubblicamente all’iniziativa della comunità internazionale rispettando l’Imperativo 2010 e la Sfida 2030, lanciato sul web a febbraio 2007 dall’architetto americano.

 ULTERIORE APPROFONDIMENTO (TESTO ESTESO)

Il primo riguarda il cambiamento dell’educazione entro l’anno 2010: l’obiettivo era l’alfabetizzazione ecologica che doveva diventare un principio centrale dell’educazione al progetto affinché si avviasse da subito una importante trasformazione della comunità accademica responsabile della progettazione. La seconda riguarda il cambiamento del progetto a tutte le scale per ridurre del 50% il livello delle emissioni di CO2 prodotto dall’attività edilizia entro il 2030. Il movimento, dedicato alla nascita di una nuova visione progettuale, nasce nel 2005 due mesi dopo la pubblicazione del Millennium Ecosystems Assessment, nel momento in cui l’architetto americano Edward Mazria, in un discorso al Royal Architecture Institute Canadese, sfida la comunità internazionale degli architetti ad assumere la guida nella lotta contro i cambiamenti climatici. Il problema ambientale in America è sicuramente già molto sentito e il risultato immediato fu la Dichiarazione di Las Vegas presentata dal Presidente del Royal Institute of British Architects, George Ferguson, al congresso dell’American Institute of Architects, in cui si riconosce la grande responsabilità che grava sulla professione dell’architetto. La call per gli architetti è impegnarsi a fare tutto il possibile per ridurre drasticamente il livello delle emissioni di CO2 derivanti dalla realizzazione e dal ciclo vitale dell’ambiente costruito. E’ in seguito a questi accadimenti, e con la volontà di sottolineare la nostra partecipazione, che nasce l’idea di costruire il nostro sito , un luogo di alfabetizzazione ecologica per un cambiamento dell’educazione dedicato in primis al docente e allo studente di architettura, per sostenere l’architetto nel progettare con cura e arte per riconnettere l’umanità alla natura e ai luoghi; per progettare per la giustizia in un mondo sovraffollato; per progettare un mondo alimentato dall’energia naturale; per progettare per eliminare i rifiuti: in sintesi, per costruire la prosperità su una base durevole, ovvero sostenibile. Nella relazione tra la formazione dell'architetto e il progetto, la sostenibilità è il tema centrale. Tutti ne parlano ma pochi ne conoscono profondamente il significato, le questioni che pone in termini di scelte, le profonde ricadute etiche e sociali, le applicazioni nel progetto e nel quotidiano. La sostenibilità si declina in mille modi e sono tante gli aspetti che la coinvolgono: la sostenibilità ambientale, la sostenibilità economica, la sostenibilità sociale, la sostenibilità progettuale, la sostenibilità educativa. Tutti ambiti che, a diverso titolo, si rivolgono ad un processo di sviluppo, tutti distinti da una spinta futurista. In questo momento ci occupiamo di soli due aspetti decisamente legati tra loro, la sostenibilità dell'educazione e la sostenibilità del progetto che ne deriva, non solo in termini di prestazioni tecnico-formali, ma come conseguenza di un processo che trova le sue radici nel convincimento e nell'applicazione di regole naturali, insite nel principio sostenibile. È necessario ripartire dal significato del termine sostenibilità, che trova il suo battesimo nel 1987, quando Gro Harlem Brundtland, una donna, norvegese e ambientalista, presidente della Commissione Mondiale delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo (WCED), presenta il proprio rapporto e formula la definizione di sviluppo sostenibile come quello “in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità per le generazioni future di riuscire a soddisfare i propri". L’asserzione è già nella dichiarazione sorgente portatrice di fattori quali sviluppo/futuro, innovazione/compromissione, rispetto. Indica da una parte un nuovo sguardo nel modo di procedere, ovvero che lo sviluppo non può essere cieco nei confronti di un pensiero diverso, della visione delle generazioni future. Si richiede infine, una visione empatica, l'attivazione dei neuroni specchio nel processo di insegnamento, nel processo progettuale di un progetto architettonico che combina in sé funzioni e bellezza per tutti.

 

 PUBBLICAZIONI

Belibani, Rosalba (2009), "La sfida del nuovo secolo: l’educazione all’ambiente e al progetto sostenibile". pp.62-67. In METAMORFOSI - ISSN:1590-1394 vol. 71
Belibani, Rosalba (2017), L'educazione per il progetto sostenibile

 





Tipo di Ricerca
Ricerca Sapienza

Responsabile
Rosalba Belibani

Anno
2009

Struttura
Dipartimento di Architettura e Progetto

Componenti del gruppo di Ricerca
STRUTTURATI:
Franca Bossalino
ASSEGNISTI O BORSISTI:
Anna Gadola
ALTRI COMPONENTI:
Luca Fabbri, Marco Donato

Settore
Architettura

ERC
PE8_11 Environmental engineering, e.g. sustainable desig, eco-design; SH7_5 Sustainability Sciences, environment and resources

Keywords
Sostenibilità, educazione, progetto, architettura

Link di approfondimento
Diarambiente