I materiali e lo spazio architettonico. Tecniche e procedimenti di controllo durante l’iter progettuale.
Abstract
Su quest’ultimo aspetto e sui procedimenti che regolano la scelta dei materiali da costruzione durante l’iter progettuale la letteratura corrente risulta carente, considerato che le pubblicazioni sull’argomento si dividono in due gruppi principali: il primo, a carattere esclusivamente tecnico-costruttivo, rientra nella manualistica come i recenti volumi monografici della Utet dedicati al vetro, l’acciaio, il legno, il cemento, il mattone, ecc.; il secondo, di impostazione linguistico-formale, è volto all’analisi e classificazione a posteriori di architetture nelle quali la scelta di specifici materiali è legata a precise tendenze linguistiche emergenti nella contemporaneità. Il presente lavoro di ricerca intende porsi come contributo volto ad analizzare i valori spaziali di un’architettura nello stretto rapporto intercorrente tra i materiali da costruzione e la forma architettonica, con particolare riferimento alle tecniche e ai procedimenti specifici che permettono di controllare le scelte e i relativi esiti spaziali nei diversi momenti dell’iter progettuale.
ULTERIORE APPROFONDIMENTO (TESTO ESTESO)
Esprimere il peso della costruzione attraverso “la materia” è uno dei compiti fondamentali del progettista: nel modo in cui si stabilisce la distribuzione del peso, in un muro massiccio, in esili sostegni, in piani leggeri e articolati, in un involucro continuo, alleggerito fino al totale annullamento del suo peso, come nelle architetture immateriali e trasparenti, si esprime il senso più autentico dell’architettura e dello spazio che con essa si viene a creare.
I materiali, in base alla loro composizione, alla grana, alla superficie, alla tessitura e alle loro relazioni nello spazio architettonico trasmettono delle sensazioni che non sono solo di carattere metrico ma anche visivo-tattile, “si determina - cioè - una connessione fondamentale tra l’aspetto di una materia, il suo comportamento come materiale e la forma che questo riceverà a seguito della sua trasformazione” (F. Purini, op. cit.).
La superficie di un materiale può essere trattata in vari modi che influiscono direttamente sulla percezione dell’impianto generale dell’edificio: dall’esaltazione del carattere naturale originario alla totale scomparsa dello stesso, a favore di una completa “artificializzazione” del materiale. Inoltre, la superficie possiede una profondità visiva che permette allo sguardo di penetrare in profondità nelle fibre del materiale; quando si stabilisce l’uso dei materiali in una architettura si deve tenere presente che l’accostamento di materiali eterogenei produce diverse profondità di visione che vanno regolate al fine di ottenere i risultati compositivi e le valenze spaziali desiderate. I metalli, ad esempio, possiedono una ridotta permeabilità visiva, svolgendo un’azione quasi respingente nei confronti dello sguardo; all’opposto, una parete trattata con intonaco grezzo o in mattoni tagliati a mano sembra quasi assorbire lo sguardo.
La permeabilità visiva trasmette anche i valori tattili del materiale (freddo/caldo) sulla base del ricordo di una esperienza precedente: la rugosità di una pietra appena sbozzata, la leggera scabrezza di un intonaco, la piacevole lievità di un metallo, la liscia e specchiante freddezza di un marmo lucidato o di un vetro, producono sensazioni completamente diverse. Questi valori registrati dall’occhio consentono di cogliere il peso dei materiali e quindi alla mente di percepire l’impianto spaziale di una architettura.
Le diverse proprietà dei materiali sopra descritte, associate agli altri attributi fondamentali dello spazio architettonico, quali le forme, la luce, il peso, viste nelle loro combinazioni e poste in relazione diretta con gli esiti linguistici di una architettura sono oggetto di questa ricerca che è stata approfondita con diverse pubblicazioni, si è protratta per diversi anni fino alla pubblicazione di un volume “a carattere didattico” dal titolo "Per una poetica dello spazio. Architettura Forma Materiali", edito da Edilstampa.
Puntando sulla necessità di questa consapevolezza progettuale, il volume mette insieme una serie di considerazioni teoriche in forma di saggi brevi, corredate da opere di architettura, che hanno come oggetto l’individuazione del ruolo dei materiali nella definizione delle qualità spaziali di una Architettura. Lo scopo è arricchire competenze e sensibilità dei progettisti e in particolare di coloro che si stanno formando per svolgere il mestiere di architetto. L’invito è a superare gli aspetti puramente tecnici o di semplice effetto dei materiali per coglierne le potenzialità espressive, in accordo con l’impianto spaziale dell’edificio.
PUBBLICAZIONI
Mandolesi D., “Architettura Forma Materiali”, volume monografico, “l’industria delle costruzioni” n.380, novembre-dicembre 2004, p.p. 4-91
Mandolesi D., “I materiali in architettura dal Novecento ad oggi”, in Terranova A., Toppetti F., (a cura di), “Temi figure architetti del moderno contemporaneo”, Gangemi, 2010, p.p. 206-217
Tipo di Ricerca
Ricerca Sapienza
Responsabile
Domizia Mandolesi
Anno
2003
Struttura
Dipartimento di Architettura e Progetto
Componenti del gruppo di Ricerca
Settore
Architettura
Keywords
Architettura, forma, materiali, qualità spaziale, composizione, progetto
Allegati
Mandolesi D_ estratto da Moderno Contemporaneo