Formulazione di studi di fattibilità per il recupero e l’utilizzazione degli ambienti delle ex Concerie Riganti e di villa Poniatowski
Abstract
Data l'eccezionale superficie a disposizione e la straordinaria posizione nella valle delle Accademie ed alle pendici di Villa Strohl Fern, il complesso di archeologia industriale rappresenta un sito strategico per l’offerta culturale non solo del Museo ma della città.
Il percorso di ricerca ha preso avvio proprio dalla consultazione dei più significativi progetti di recupero e rifunzionalizzazione degli spazi che, dopo il loro abbandono, si sono succedute nell’ultimo decennio del secolo scorso (1990/1998): dall’idea audace del prof. Insolera che demoliva e ricostruiva la struttura delle concerie, all'opzione della Soprintendenza che ne occupava gli spazi con approccio sostanzialmente funzionalista sino al progetto di restauro e consolidamento del 1998 opera dell’arch. F. Scoppola che dopo un significativo intervento di messa in sicurezza della struttura edilizia è rimasto incompiuto nelle sue componenti architettoniche.
L’obiettivo che ha guidato la definizione del progetto è stato quello di dare risposta ad una delle principali criticità del MNETRU che al momento soffre della mancanza di spazi per l’allestimento di mostre temporanee. Questa operazione ha l’ambizione di configurarsi come una leva per risvegliare l’interesse verso l’istituzione museale ed il suo magnifico patrimonio incredibilmente trascurato dai principali flussi turistici che interessano la città di Roma.
ULTERIORE APPROFONDIMENTO (TESTO ESTESO)
La struttura delle concerie ha attualmente una organizzazione tripartita con a nord lo spazio della corte, esito delle demolizioni dell’ultimo intervento, al centro una serie di ambienti con una variabilità di passi strutturali significativa ed infine a sud un sistema di campate voltate che occupano tutta la profondità del corpo di fabbrica.
La ricerca progettuale propone di recuperare come spazio coperto l’intera area della corte dove si immagina di poter realizzare tramite la costruzione di una struttura mista un locale polivalente a tutta altezza illuminato dall’alto e circondato da un percorso anulare che potrebbe svolgere il doppio ruolo di semplice spazio di distribuzione o piccola galleria espositiva. Questo anello dovrebbe contemplare un ulteriore livello con funzione di balconata interna e/o ulteriore spazio espositivo. L’idea architettonica, sostanzialmente introversa nella sua ultima definizione perché tutta contenuta entro l’altezza dei parapetti della terrazza, sviluppa un organismo capace di accogliere diversi scenari d’uso: da quello che ipotizza l’uso articolato e frammentato tra diversi piccoli eventi, alla grande mostra che invade tutti gli ambienti sino all’utilizzo dello spazio come grande sala conferenze, servizio di cui il Museo è in questo momento sprovvisto.
Il progetto di ricerca individua anche le modalità di connessione tra i diversi livelli della struttura e prefigura l’esigenza di ridisegnare il corpo scala contenuto nella manica lunga degli antichi essiccatoi. In questa porzione dell’edificio il progetto generale prevede la possibilità di collocare, oltre ad un nucleo di servizi, uno spazio laboratoriale/didattico e soprattutto un ristorante con relative cucine capace di sfruttare al meglio la splendida terrazza che copre gli ambienti sottostanti.
Lo spazio della terrazza ha delle incredibili potenzialità e potrebbe prestarsi benissimo come location per grandi eventi estivi, dalle rassegne letterarie agli spettacoli teatrali e/o musicali. In quest’ottica il progetto generale ha previsto una strutturazione dinamica dello spazio, capace cioè di adattarsi a diverse configurazioni spaziali. Principale elemento di caratterizzazione figurativa è la presenza di una sorta di percorso attrezzato che ribatte il parapetto di affaccio sullo spazio esterno delle concerie. Questa teoria di telai contiene attrezzature e spazi di deposito, utili ad attrezzare a molteplici usi lo spazio della terrazza, e contempla anche la possibilità di inserire delle vasche di terra per la piantumazione di vegetazione rampicante che possa trasformare il sistema architettonico in sistema verde.
Il progetto di ricerca propone una soluzione anche per lo spazio aperto al piano terra dove, lungo il muro di cinta si è pensato di allestire una sorta di parete attrezzata ritmata dall’iterarsi di segni a terra, espressione dei ritmi e delle misure già visti sulla terrazza che scandiscono il passo dei montanti verticali. L’articolarsi di questa struttura - del tutto affine a quanto immaginato per la terrazza - è funzionale a generare delle micro unità spaziali, luoghi di sosta e ambiti suscettibili di essere allestiti in alcuni periodi dell’anno. La componente vegetale sarà parte della cifra estetica di questo sistema spaziale che terminerà con una piccola rampa atta a superare il dislivello che intercorre tra la quota esterna e la cordonata sud che conduce in copertura. Un piccolo ponte in metallo supererà una vasca d’acqua alimentata da una fontana, reinterpretazione traslata e in chiave moderna del secondo bacino della sistemazione del Valadier che le concerie hanno nascosto e che il progetto cercherà di rievocare. Tale dispositivo, oltre a generare una degna conclusione al viale esterno, consentirà di raggiungere la quota da cui si è pensato di far partire una piattaforma idraulica che consentirà ai disabili di raggiungere facilmente la quota della terrazza.
Passando agli interni, il progetto di ricerca si è particolarmente concentrato alla ricerca di una soluzione per gli spazi voltati delle concerie. È in quest’ultima porzione dell’organismo edilizio che si è sviluppato lo sforzo progettuale di maggiore approfondimento cercando di dotarlo di tutta quella serie di attrezzature che ne consentissero poi la facile allestibilità ed interpretazione estetico figurativa senza stravolgerne i caratteri spaziali e fisico-materici.
Cifra estetica fondamentale è quella generata dal sistema della climatizzazione (dispositivi di immissione e di ripresa) che ribattono il passo dei pilastri e vengono uniti da un doppio sistema di binari superiori, funzionali alla interpretazione spaziale degli ambienti. I binari fungono da alimentazione per un sistema d’illuminazione e cablaggio dello spazio nonché da supporto, nella parte inferiore, per dispositivi ostensivi e superfici schermanti con le quali poter immaginare articolazioni sempre diverse degli ambienti e dunque dei possibili allestimenti.
La struttura metallica non completata del solaio esistente, sovrapposta ai resti delle vasche delle concerie, è stata sfruttata per portare un pavimento tecnologico scandito da binari a terra e botole che consentono di immaginare allestimenti anche a pavimento.
Il sistema degli infissi, attualmente non presenti, è stato pensato come luogo di mediazione tra interno ed esterno. Un doppio registro ne anima il disegno: dei micro volumi metallici sono posti all’interno dei varchi e si costituiscono quali cellule spaziali sospese tra interno ed esterno; intorno ad essi un giunto in vetro satinato realizza il passaggio dalla trasparenza assoluta dei vetri del micro volume alla opacità assoluta delle murature.
PUBBLICAZIONI
Grimaldi A., Sansoni V., RICERCA, PROGETTO, REALIZZAZIONE - Il caso studio delle ex Concerie Riganti a Roma, RESEARCH, PROJECT, IMPLEMENTATION- The case study of the former Riganti Tannery in Rome in “AGATHÓN – International Journal of Architecture, Art and Design", n°09, 2021, pp.59-72, italiano-inglese, ISSN print: 2464-9309 – ISSN online: 2532-683X; doi.org/10.19229/2464-9309/912021.
ALTRI ESITI
Gli esiti progettuali della ricerca sono stati presentati nell’ambito di convegni e seminari, tra cui il I CONVEGNO DEL POLO MUSEALE SAPIENZA: Un' esplorazione della cultura museale alla Sapienza - Museo Arte Classica, Università degli Studi di Roma "Sapienza", 6-7 Dicembre 2020. TITOLO DELL'INTERVENTO: Nuovi Musei in Vecchi Contenitori. Trasformazione della Conceria Riganti - Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia-Villa Poniatowsky. RELATORI: Andrea Grimaldi, Valeria Sansoni.
Il progetto di ricerca è stato presentato dall’ufficio tecnico del MNETRU al Ministero della Cultura che lo ha finanziato con una prima trance da un 1,5 milioni di euro, cui ha fatto seguito un secondo finanziamento da 7,2 milioni di euro. Attualmente è in corso di elaborazione la progettazione esecutiva sviluppata da uno studio professionale con la supervisione del Dipartimento di Architettura e Progetto, responsabile prof. Andrea Grimaldi.