Aggiornamento del Censimento delle Architetture del Secondo ‘900
Aggiornamento del censimento delle architetture del secondo '900 per la direzione generale dell'arte e dell'architettura contemporanee del Mibact
Abstract
Il progetto, avviato nel 2002 dall’allora DARC - Direzione Generale per l’Arte e l’Architettura Contemporanee, è in continuo ampliamento e aggiornamento attraverso campagne di ricognizione e documentazione del patrimonio architettonico contemporaneo italiano, effettuate in collaborazione con le strutture periferiche del Ministero, gli enti locali, le Università e differenti centri di ricerca specialistici.
Quale “punto zero” del censimento è stata individuata la data del 1945, termine del conflitto mondiale, ma anche inizio della ricostruzione e, in qualche modo, momento di svolta della produzione edilizia, dell’innovazione tecnologica, delle politiche abitative, nonché di ripensamento della disciplina architettonica e urbanistica.
ULTERIORE APPROFONDIMENTO (TESTO ESTESO)
Nel 2001 fu stabilita un’intesa tra l’allora Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte contemporanee DARC del MiBAC e il Comune di Roma, Dipartimento VI – Politiche del Territorio - Ufficio per il Nuovo Piano Regolatore che riguardava una comune strategia d’attenzione nei confronti delle opere di architettura di maggior rilievo realizzate a Roma nel Novecento. L’intesa faceva riferimento ai risultati della “Indagine sugli elementi di rilevante interesse architettonico e urbano della città contemporanea” che è poi confluita nella “Carta per la Qualità” del nuovo Piano Regolatore approvato nel 2008 e che fu redatta dal gruppo di ricerca del Laboratorio QART tra l’ottobre 1999 e il febbraio 2001 e successivamente aggiornata fino al dicembre 2004. In accordo con il Responsabile scientifico e con il Gruppo tecnico della DARC, l’insieme delle opere inserite nello studio per la “Carta per la Qualità” e comprese nell’arco di tempo 1945- 2004, fu assunto come materiale di base per la messa a punto della Selezione delle opere di rilevante interesse storico artistico realizzate a Roma dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi. Il metodo Questo materiale – che nel complesso comprendeva 637 opere – ha costituito il punto di partenza della nostra ricerca. Una prima cernita ha riguardato l’eliminazione di quegli elementi non di stretta pertinenza dell’ambito d’interesse dello studio per la DARC, perché costituiti da porzioni di tessuto urbano troppo ampie per poter essere considerate singole opere d’architettura o da manufatti così strettamente legati alla natura e alla configurazione del tessuto urbano nel quale sono inseriti da non poter essere presi in considerazione in un contesto più ampio che abbracci l’intera città. Con questa prima operazione il numero delle opere è stato ridotto a 584. Sulle rimanenti, è stato avviato un ulteriore lavoro di vaglio, basato sul principio di distinzione tra il rilevante interesse architettonico e urbano (principio sul quale era impostato lo studio per l’Amministrazione comunale) e il rilevante interesse storico-artistico assunto come parametro di riferimento per lo studio della DARC. Il primo problema che è stato necessario affrontare ha riguardato l’interpretazione del termine storico-artistico. Abbiamo ritenuto di sciogliere un nodo così complesso utilizzando entrambi i termini come specifico criterio di selezione. Abbiamo quindi distinto le opere di carattere artistico dalle opere che pur non raggiungendo livelli eccezionali di qualità, rivestono un significativo valore storico all’interno del panorama architettonico della Roma contemporanea. Per dare sostanza metodologica al valore artistico, abbiamo fatto riferimento in linea di principio ad un criterio di carattere bibliografico, utilizzando come base gli studi che si sono sistematicamente occupati dell’architettura di Roma moderna e le maggiori riviste specializzate di carattere nazionale ed internazionale. Abbiamo considerato significativa la presenza di un’opera in almeno due degli studi sistematici o in almeno due tra le maggiori riviste. Non abbiamo però attribuito a questo criterio un valore assoluto e deterministico, ma ci siamo sforzati di interpretare la fortuna critica di ogni singolo manufatto, valutandola con attenzione caso per caso.
Si tratta di contributi tra loro diversi per anno di pubblicazione, per impostazione culturale, per arco di tempo esaminato e per ampiezza di informazioni; nell’insieme però essi tracciano un attendibile quadro di riferimento dell’architettura romana del dopoguerra. Per l’attribuzione del valore storico abbiamo invece articolato le vicende architettoniche che hanno riguardato Roma negli ultimi sessant’anni (il termine di riferimento dell’ultimo aggiornamento era il 2004) in cinque segmenti temporali, individuando in ciascuno di essi i temi dominanti rispetto ai quali valutare l’importanza e il rilievo delle singole opere. Invece di guardare con gli occhi di oggi opere che non è sempre facile collocare stabilmente in una prospettiva storica, abbiamo preferito storicizzarle rispetto ai caratteri predominanti negli anni nei quali sono state realizzate, sia in relazione al panorama romano, sia, ove possibile, in relazione ai contemporanei sviluppi del dibattito e della ricerca architettonica internazionale. Una volta definiti i principali temi che hanno caratterizzato i diversi periodi, li abbiamo utilizzati come parametro di riferimento per una valutazione delle singole opere.
In questo processo di contestualizzazione di natura temporale, abbiamo prestato una particolare attenzione all’evoluzione dei singoli tipi edilizi (le scuole, le chiese, le attrezzature urbane, le palazzine, i complessi residenziali, ecc.) tentando di rintracciare all’interno di una sorta di microstoria del tipo i contributi più interessanti dal punto di vista dell’organizzazione funzionale e dei caratteri costruttivi dell’edificio. Abbiamo in questo modo ribadito un principio di carattere generale secondo il quale la qualità di un’opera d’architettura non si misura esclusivamente in base a parametri estetici – anche se questi restano un elemento di giudizio molto importante - ma può fondarsi anche su requisiti di altro genere: tipologici, costruttivi, d’impianto o d’uso. I criteri di selezione A partire da queste premesse, le opere sono state analizzate attraverso sette criteri.
Tipo di Ricerca
Convenzioni e conto terzi
Responsabile
Piero Ostilio Rossi
Anni
2012 - 2013
Struttura
Dipartimento di Architettura e Progetto
Componenti del gruppo di Ricerca
STRUTTURATI:
Francesca Romana Castelli
DOTTORANDI DIAP:
Roberto Filippetti
Settore
Architettura, Interni, Storia
ERC
SH2_9, SH5_6
Keywords
Censimento, architettura contemporanea, Roma, patrimonio architettonico
Link di approfondimento
QART