Progetto per la riunificazione dei tre musei del Dipartimento di Scienze della Terra (Mineralogia, Geologia, Paleontologia) della “Sapienza”Università di Roma.
Abstract
Come rendere il museo visitabile anche nei giorni in cui la città universitaria rimane chiusa?
Come modificare la comunicazione nel momento in cui il museo si trasforma da universitario a cittadino?
Il progetto si prefigura come una sorta di preliminare che sviluppa un possibile scenario trasformativo in cui si è cercato di dare risposta alle seguenti questioni:
- la questione della visibilità dell’istituzione a scala urbana
- la possibilità di accesso autonomo alla struttura museale fuori dai limiti imposti dall’uso degli spazi universitari;
- l’individuazione ed ubicazione di quei servizi minimi utili a rendere l’istituzione pienamente efficace, operativa ed attraente;
- il tema della costruzione di un filo conduttore, di un percorso narrativo ad unificare le tre (o quattro) scene che comporranno l’atto/evento della visita.
ULTERIORE APPROFONDIMENTO (TESTO ESTESO)
Il progetto si è concentrato sugli aspetti che assumono un ruolo fondamentale nella caratterizzazione degli spazi; interventi che dovrebbero essere in grado di restituire qualità ed identità ai luoghi, ed in questo caso alle collezioni che tanto hanno da offrire, non solo alla comunità universitaria ma alla più vasta e cosmopolita platea cittadina.
La museografia s’interessa in particolare di un aspetto: riuscire a creare le condizioni spaziali ottimali affinché degli specifici materiali culturali siano messi in condizione di comunicare al meglio la propria eccellenza.
L’idea di aprire i musei universitari alla città pone una serie di questioni problematiche di non poco conto: dalla articolazione degli utenti in fasce di pubblico molto diversificate al numero dei visitatori cui si deve pensare di offrire il servizio in sicurezza.
Dopo una attenta analisi delle condizioni in cui versano le tre strutture museali è sembrato utile definire due livelli di possibile intervento:
- un primo di ordine distributivo-funzionale;
- un secondo di ordine museologico-museografico.
Senza entrare nel merito delle questioni relative al valore delle collezioni dei tre musei, evidenti anche agli occhi di un profano, sembra utile soffermarsi su alcune criticità che le tre strutture evidenziano in termini di capacità comunicativa e qualità della fruizione perché è su queste che si è costruita la proposta progettuale.
_ Il passaggio dalla concezione del museo universitario all’idea di museo scientifico della città. Vi sarebbe un evidente allargamento del possibile bacino d’utenza delle strutture museali. Altri utenti, altre modalità comunicative. La possibilità di offrire letture differenziate per gradi di complessità successivi dei materiali che costituiscono le collezioni dovrebbe essere posto a fondamento delle riflessioni museologiche prima che museografiche.
_ Assieme ai contenuti occorre sviluppare una idea di architettura museale, di narrazione degli invasi, riflettendo su quella che Luigi Moretti avrebbe definito “la sequenza maestra” ovvero la spina dorsale sulla quale costruire il sistema delle relazioni spaziali e funzionali tra le diverse parti che compongono “l’organismo museo”. Tale sequenza non può che esprimersi attraverso gli spazi distributivi: Ingresso - distribuzione principale - accesso ai diversi nuclei espositivi. Questa in sintesi l’esplicitazione della sequenza maestra.
- I vincoli di progetto sono diversi: il primo e forse più significativo è quello delle interferenze tra percorsi dedicati alle attività universitarie (siamo in fin dei conti dentro un dipartimento universitario) e percorso museale, teoricamente frequentato da utenti che nulla hanno a che fare con l’università. In quest’ottica la scala diviene l’elemento cerniera ed i varchi che su di essa si aprono assumono un importante ruolo di mediazione tra le diverse strutture funzionali. L’ipotesi progettuale sviluppata con il contributo della laureanda Chiara Di Donato ha verificato la praticabilità di una serie di prime intuizioni. L’approccio è assolutamente realistico e rispettoso della preesistenza, anche se su alcuni elementi come la nuova caffetteria, si dovrebbe aprire un confronto con la Soprintendenza ai beni Architettonici.
Il progetto è costituito da una serie d’interventi essenziali e da altri qualificanti ma non fondamentali. Quelli essenziali sono:
- l’inversione all’ultimo piano dell’edificio tra spazi didattici e spazi espositivi in modo da creare una continuità di visita tra i diversi nuclei espositivi che si affaccerebbero tutti sulla stessa scala di servizio;
- la creazione di un atrio di ingresso attrezzato ed autonomo al posto del vecchio laboratorio realizzato nel piccolo volume al piano terra;
- la trasformazione di tutti i varchi che si affacciano sulla scala in bussole ad accesso controllato;
- la creazione all’ultimo piano di un collegamento ponte tra gli ambienti dipartimentali, del corpo centrale e di quello laterale, in modo da non creare interferenze tra utenze diverse.
La scala esistente diverrebbe il filo conduttore di una narrazione coordinata tra nuclei che manterrebbero un certo grado di autonomia in una visione però coordinata ed integrata di discipline e saperi.
ALTRI ESITI
Nell’ambito del convegno nazionale “Verso il Museo di Scienze della Terra di Roma” organizzato dal Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza il prof. Arch. Andrea Grimaldi ha presentato nell’aula magna della Facoltà di Geologia il progetto di unificazione ed allestimento degli attuali tre musei universitari patrimonio del Dipartimento (24/02/2012).