Ambienti, stanze e altri spazi sonori. Sperimentazioni progettuali di contesti multisensoriali
Abstract
La stanza sonora è quindi un luogo non-luogo in cui i confini si fondono e confondono in un continuo proporsi come ambiente nel quale si svolge un evento-azione e che allo stesso tempo si presenta come evento in sé.
Per sondare il terreno della composizione multidisciplinare e multisensoriale e sperimentare nuovi linguaggi, la ricerca si è proposta di affrontare sperimentazioni progettuali in spazi interni ed esterni: nella Rocca Paolina di Perugia e a Borgo Valsugana (TN) in relazione alle iniziative di "Artesella".
ULTERIORE APPROFONDIMENTO (TESTO ESTESO)
La percezione del suono e dello spazio è polisensoriale e come tale contribuisce a definire un'area di esperienza nella quale i luoghi, i suoni e i loro fruitori possono interagire. In questa rete di mutue risonanze lo spazio non è un neutro e rigido contenitore, ma una componente attiva, con una propria voce, che può mediare e filtrare in modo plastico le interazioni fra i suoni e i soggetti che lo abitano. Nel mondo reale, ogni esperienza è sempre e inevitabilmente polisensoriale, frutto di un'integrazione fra vista e udito e fra questi e sensazioni più private, che spesso a fatica riusciamo a comunicare. “Ogni esperienza architettonica […] è multisensoriale; le qualità di spazio, materia e scala sono misurate a un tempo dall'occhio, dall'orecchio, dal naso, dalla pelle, dalla lingua, dallo scheletro e dai muscoli” (Juhani Pallasmaa, Gli occhi della Pelle, ed. it. Milano 2007, p.56-57). Plurisensoriali sono: il cilindro sonoro del Parco della Villette di Parigi, le terme di Vals e il “Swiss Sound Box” all'Expo di Hannover di Zumthor, il padiglione sonoro itinerante “The Morning Line” di Matthew Ritchie, oltre gli storici padiglione Philips di Le Corbusier e Xenakis e quello di Osaka di Stockhausen. Architetture immersive che in alcuni casi si giovano di contesti paesaggistici fortemente caratterizzati e in altri sono epifaniche presenze nelle arene delle expo internazionali, ma anche intime interpretazioni degli spazi interni, con una prevalenza per la coppia vista udito per una affinità delle strutture compositive che si relazionano con la potenza ordinatrice dei numeri.
Fin dall'antichità la creazione di opere architettoniche e musicali è stata influenzata dal modo in cui percepiamo e rappresentiamo il mondo che ci circonda. Attraverso processi induttivi simili, architetti e musicisti - così come poeti, artisti e filosofi - hanno attribuito all'ordine, alle simmetrie e alle proporzioni che emergono dall'osservazione della natura un valore estetico di tipo prescrittivo. Come se la inseparabilità di norma e forma, nell'espressione compositiva, possa essere in qualche modo considerata portatrice di valori simbolici e sovrasensibili, perché - ci ricorda Filolao da Crotone - “Conoscitiva è la natura del numero e direttrice e maestra per ognuno, in ogni cosa che gli sia dubbia o sconosciuta. Perciò nessuna delle cose sarebbe chiara ad alcuno, né per sé stessa, né in rapporto alle altre, se non ci fosse il numero e la sua essenza”.
Oggi, il numero ha perso la sua aura di ponte fra fenomeni fisici e agenti divini, ma ha contribuito a mettere in risalto una separazione fra il mondo soggettivo che i nostri limitati sensi ci permettono di osservare, e un mondo oggettivo e misurabile attraverso i numeri, e perciò reale, pur restando immateriale.
Nell’ambito di questa ricerca i progetti e gli studi correlati hanno avuto lo scopo di:
1. interrogarsi sulla composizione, invertendo il pensiero di Edmund Husserl che la definisce come necessità di ridurre l'esperienza in essenza, operando, proprio nell'azione dell'ideazione e realizzazione dell'ambiente sonoro, una traduzione dell'essenza/idea in evento/esperienza;
2. confrontarsi con la lettura della forma urbana, la progressiva dissoluzione verso uno spazio aperto nelle sue diverse forme (esterno, interno, ipogeo), dove interno ed esterno si confondono a favore di un approccio esperienziale attraverso l'interazione con altri media;
3. sperimentare linguaggi e tecniche, come territori di esplorazione condivisi da musica e architettura.
L'ipotesi di lavoro che la ricerca si è proposta è quella di collocare la sperimentazione progettuale sugli ambienti sonori nel solco di una tradizione che ha attraversato i secoli esprimendo sempre nuovi linguaggi e facendosi interprete della contemporaneità.
Ripartire da Le Corbusier e Ozenfant con il Modulor e L'esprit Nouveau, da Moholy-Nagy con le sue opere “La nuova visione” e “Visione in movimento”, dal “Linguaggio della visione” di Kepes, dalla “Educazione con l'arte” di Herbert Read e W. Gropius, che nel 1943 riassumeva nel saggio “Scope of Total Architecture”, il concetto di sintesi delle arti, motivante la ricerca architettonica del Novecento, e da Xenakis e i suoi Polytopi, architetture di luci e suoni site-specific e trans-scalari, che introducono una nuova interpretazione dell'opera d'arte totale, che dal numero talvolta si libera per sperimentare altri tipi di correlazioni, ad esempio quelle di tipo lessicale.
Fa parte della fase progettuale della ricerca il progetto Vedere Oltre ‘che introduce il tema della installazione nomade. Moderno ed arcaico che convivono in una architettura multipla che si fa azione. Spazio e suono quindi come parte di un ecosistema ampio che trova nella proposta per Arte Sella terreno di sperimentazione. Il paesaggio, come ambiente acustico e come luogo di epifaniche successive apparizioni del potente spettacolo della natura, diventa il palinsesto per interazioni uomo-natura attraverso operazioni solo apparentemente mimetiche, amplificate dalla installazione di cornici sonore, presenze iterate nel contesto, disseminate come stazioni dell’area di Malga Costa (Trento). Si tratta di un progetto di musica e architettura atopico, occhi per sentire e orecchi per vedere, realizzato grazie alla collaborazione e interazione di due composizioni, quella architettonica e quella musicale appunto, che dalla influenza reciproca traggono significato. Le cornici disseminate nel sito di volta in volta selezionano e attivano i paesaggi e nell’interagire con i fruitori e con i protagonisti dell’azione/opera musicale, modificano di istante in istante la composizione dell’insieme.
PUBBLICAZIONI
Capanna A. (2015), Sound Domes and other Rooms made with Sound. Related Geometries in “APLIMAT 2015 - 14th Conference on applied Mathematics. Proceedings”, Slovak University of Technology in Bratislava, Publishing House of STU, pp. 142-157
Capanna A. (2015), Conoids and Hyperbolic Paraboloids in Le Corbusier’s Philips Pavilion, in Williams, Kim; Ostwald, Michael J. a cura “Architecture and Mathematics from Antiquity to the Future Volume II: The 1500s to the Future”, Birkhäuser, Basel, pp. 377-387
Capanna A. (2016), Melodie di pietra by Adriana Rossi, in NEXUS NETWORK JOURNAL. Vol. 18, n. 2(2016), pp. 567-572.
Capanna A. (2018), Ambienti, stanze e altri spazi sonori. Una ricerca tra musica e architettura, in Giancotti, A.; Giofrè, F.; Ribichini, L. (a cura) “RoomsRome”, Orienta Edizioni, Roma, pp. 228-237
Capanna A.; Del Monaco A.; Ribichini L. (2019), a cura, “Musica e Architettura. Invenzione di spazi, ritmi e suoni. L'Architettura delle Città” n.15, pp. 1-255
Capanna A., Lupone M. (2019), Ambiente-Forma-Opera, in Capanna; Del Monaco; Ribichini, Musica e Architettura. Invenzione di spazi, ritmi e suoni, “L'Architettura delle Città” n.15, pp. 59-79
Capanna A. (2019), Architectonics of Musics. Esperienze multidisciplinari alla Columbia University, in Capanna; Del Monaco; Ribichini, Musica e Architettura. Invenzione di spazi, ritmi e suoni. “L'Architettura delle Città” n.15, pp. 89-103
Capanna A. (2022), Rooms of Sound. Three Examples of Architecture to Listen to, Plus One, in “Argument” 14/2022 - Experimenting Architecture: Materiality and Perception, pp. 216-231
ALTRI ESITI
Seminario dottorato Teorie e Progetto 2014: Ambienti, stanze e altri spazi sonori
ABA_The Sound Identity of Space. Workshop Internazionale. Perugia 30 maggio - 1° giugno 2014
Progetto VEDERE OLTRE - opera nomade, con F. Cifariello Ciardi