Espansione urbana e contenimento del consumo di suolo: modelli innovativi di partenariato pubblico-privato a supporto delle decisioni nei processi di trasformazione urbana
Abstract
ULTERIORE APPROFONDIMENTO (TESTO ESTESO)
L'industrializzazione e lo sviluppo tecnologico hanno fatto passi da gigante nell'ultimo secolo perseguendo l'obiettivo di fornire il minimo indispensabile per assicurare la qualità della vita dei Paesi deindustrializzati e migliorare, al contempo, il livello di quelli industrializzati. L'incremento delle trasformazioni della superficie permeabile naturale in superficie impermeabile antropizzata per scopi ed esigenze legate alle reti infrastrutturali e ai servizi urbani connessi ai bisogni delle singole realtà territoriali, è un fenomeno che deriva dal progresso industriale ed economico del XX secolo. Con la definizione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030, l'operato dei Paesi Membri dell'Unione Europea (UE) ha dovuto adeguarsi a un approccio più sostenibile, volto alla conservazione e alla protezione delle risorse naturali dai processi di industrializzazione ed espansione urbana. Nonostante sia indiscutibile l'importanza egualitaria di tutti gli obiettivi contenuti nell'Agenda 2030, alcuni studi evidenziano che il raggiungimento degli obiettivi di tipo ambientale è il requisito necessario per il conseguimento di quelli sociali ed economici. Infatti, l'enorme perdita di superfici naturali e, di conseguenza, dei servizi ecosistemici associati, è una delle sfide più importanti per l'UE che, per tale motivo, ha istituito l'obiettivo del "consumo di suolo zero" da raggiungere entro il 2050. Pertanto, come specificato in un recente documento della Commissione Europea bisognerà evitare l'impermeabilizzazione delle aree agricole e delle aree aperte e, per la componente residua che non può essere evitata, compensarla attraverso la rinaturalizzazione di un'area uguale o di maggiore entità, che può essere in grado di restituire i servizi ecosistemici forniti dai terreni naturali perduti. L'Italia, nella classifica europea del consumo di suolo (sulla base dei dati forniti dall'ufficio statistico Eurostat, 2017), si colloca nei primi dieci posti: risulta, infatti, avere una media di consumo di suolo nettamente superiore a quella europea, posizionandosi al quinto posto dopo la Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. Una valutazione degli scenari di trasformazione del territorio italiano, nel caso in cui la velocità di trasformazione dovesse confermarsi pari a quella attuale anche nei prossimi anni, stima il nuovo consumo di suolo in 1.461 km2 tra il 2019 e il 2050, valore ancora lontano dagli obiettivi di sostenibilità imposti dall'Agenda 2030. Per tale motivo, risulta necessario adottare strumenti operativi e modelli di valutazione che, applicati dalle autorità competenti, siano in grado di contrastare un fenomeno, quello del consumo di suolo derivante dall'espansione urbana incontrollata, che è causa del depauperamento del patrimonio paesaggistico e culturale italiano. L’obiettivo della ricerca è definire uno o più modelli di valutazione innovativi capaci di costituire uno strumento di supporto alle decisioni che intervengono nelle operazioni di trasformazione urbana condotte in forma di partenariato pubblico- privato volte a ridurre il consumo di suolo in ambito urbano. In particolare, si intende assicurare la fattibilità dei progetti di trasformazione urbana sia sotto il profilo finanziario dei soggetti coinvolti, sia sotto il profilo ambientale. Circa quest’ultimo aspetto, nello specifico, il riferimento è al modello di compensazione e rinaturalizzazione proposto dalla Commissione Europea, già adottato in Germania, che prevede la compensazione della quantità di superficie naturale urbanizzata dall’intervento con la rinaturalizzazione o la riqualificazione di aree urbane degradate equivalenti. In tal senso, è possibile permettere soltanto quegli interventi urbani che, in aggiunta, ammettano di recuperare in altre parti del territorio comunale le risorse naturali sfruttate e perse per la realizzazione delle opere previste dagli interventi stessi. In questo contesto i principali aspetti chiave affrontati riguardano: i) la valutazione degli effetti economici, sociali e ambientali prodotti da ciascuna tipologia di uso del suolo attraverso la determinazione dei servizi ecosistemici espletati; ii) il disciplinamento delle attività di pianificazione a livello locale e sovralocale, per individuare la tipologia di uso del suolo che abbia il minor impatto sull’ambiente. Per la definizione del modello proposto viene impiegata la programmazione lineare, una branca della programmazione matematica che si occupa di risolvere i problemi decisionali basati sulla ricerca del massimo o del minimo valore di una funzione lineare (funzione obiettivo), definita in un dominio descritto da un insieme di equazioni e/o disequazioni (vincoli) lineari. Data la complessità dell’ambito d’indagine, caratterizzato dalla gestione di un elevato numero di fattori variabili e di elementi imprescindibili (vincoli), a loro volta legati attraverso molteplici relazioni di interdipendenza, la programmazione lineare risulta essere la metodologia più adatta all’obiettivo della ricerca.
PUBBLICAZIONI
Debora Anelli, Francesco Tajani, Rossana Ranieri, Urban resilience against natural disasters: Mapping the risk with an innovative indicators-based assessment approach, Journal of Cleaner Production, Volume 371, 2022, 133496, ISSN 0959-6526, https://doi.org/10.1016/j.jclepro.2022.133496.
Anelli, D., Ranieri, R. (2022). Resilience of Complex Urban Systems: A Multicriteria Methodology for the Construction of an Assessment Index. In: Calabrò, F., Della Spina, L., Piñeira Mantiñán, M.J. (eds) New Metropolitan Perspectives. NMP 2022. Lecture Notes in Networks and Systems, vol 482. Springer, Cham. https://doi.org/10.1007/978-3-031-06825-6_65